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Ristrutturare il bagno

Se hai intenzione di rinnovare il bagno di casa e ancora non hai le idee chiare, ecco qualche suggerimento per ottenere un lavoro ottimale, a partire dalla tubazioni nascoste fino alle scelte di rivestimenti e sanitari.
Prima di cominciare, poi, documentati anche sulle normative e le regole per le modifiche alle strutture del bagno.

La normativa
Le leggi e le regole per le modifiche al bagno

Prima di effettuare il lavoro chiedete informazioni presso l’Ufficio Tecnico del Comune dove si trova il vostro immobile. Generalmente, se non vengono spostati i muri, ovvero l’intervento non riguarda l’ampliamento o la modifica della superficie, non è necessario presentare un progetto a firma di un tecnico abilitato. 

Se invece desiderate ampliare o modificare le murature, dovrete presentare in Comune, una D.I.A. (Denuncia di Inizio Attività) ai sensi dell’art. 22 del DPR 380/2001 firmata da un tecnico.
Le regole da seguire sono quelle indicate nel Regolamento Edilizio e nel Regolamento d’Igiene.

Ecco, ad esempio, alcune norme tratte dal Regolamento Edilizio del Comune di Milano:
- pavimenti e pareti sino ad un altezza di 180 cm dovranno avere superfici di materiale impermeabile, liscio, lavabile e resistente;
- l’altezza media può essere ridotta a 2,40 m nei bagni, nei gabinetti, negli spogliatoi e nelle lavanderie. Negli altri spazi di servizio quali antibagni, corridoi, disimpegni, ripostigli, cabine armadio, può essere ridotta a 2,10 m;
- l’ambiente contenente il vaso igienico deve essere disimpegnato dal locale cucina mediante apposito vano (antibagno, corridoio, atrio), delimitato da serramenti;
- il lavabo può essere ubicato nell’antibagno (art.37 comma 2);
- per quanto riguarda l’aerazione e l’illuminazione dei locali, così come la possibilità di realizzare un bagno senza finestra, si dovranno seguire le indicazioni contenute nel titolo dedicato alle Norme igieniche.
Inoltre, si deve tenere in considerazione la Legge 46/90 relativa alla sicurezza degli impianti, che prevede l’affido per l’installazione e la manutenzione solo a personale abilitato. 
Consigli pratici
Se volete modificare le pareti rivolgetevi ad un Tecnico abilitato (soprattutto per la presentazione della D.I.A.). Se invece mantenete le murature esistenti può essere sufficiente rivolgersi a un negozio o a un'impresa specializzati.

Sostituite sempre anche le tubazioni, facendo rimuovere non solo il pavimento ma anche il sottofondo, che ovviamente dovrà essere rifatto dopo aver posizionato le nuove tubazioni.
Attenzione!
Non dimenticatevi delle normative riguardanti l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Le tubazioni e gli scarichi
Invisibili, ma fondamentali

Le tubazioni del bagno si dividono in tubi per il carico dell’acqua (quella non ancora utilizzata) e in tubi per lo scarico (da collegarsi alla rete fognaria).
Anch'esse, come ormai tantissimi prodotti, presentano un marchio o una certificazione, a garanzia della qualità e in riferimento a norme nazionali ed europee.

Per quanto riguarda il carico dell’acqua, le tubazioni di diverso diametro (generalmente ½ pollice, ¾ di pollice, 1 pollice) vengono collegate al montante verticale del condominio mediante saracinesca (chiusura dell’acqua), oppure, se presente, al contatore dell’acqua della singola unità immobiliare. 

Possono essere realizzate in:
- ferro zincato (sempre più raro): prese le singole misure, i pezzi vengono tagliati sul posto e poi filettati da ambo i lati per poterli congiungere con i vari pezzi (gomiti ecc.) mediante l’utilizzo di canapa e di specifico stucco;
- materiale plastico PE: prese le singole misure, i pezzi vengono tagliati sul posto e poi termosaldati;
- materiale plastico Wirsbo (polipropilene): viene posizionato un unico pezzo di tubazione, facendo attenzione alle curve, con un attacco alla partenza e uno all’arrivo. Si eliminano così tutte le congiunzioni (possibili fonti di perdite), visto che l’impianto è sempre “in pressione” (tubi pieni d’acqua) e solo raramente verrà svuotato.
- sistema Geberit Mepla: ovvero un tubo multistrato metalplastico adatto sia per l’adduzione dell’acqua sia per il riscaldamento, composto da tre strati, uno interno in polietilene reticolato, uno intermedio in alluminio ed uno esterno in polietilene ad alta densità. 
Per quanto riguarda gli scarichi, i tubi di dimensioni maggiori (norme UNI En 274) devono essere collegati alla colonna verticale della rete fognaria del condominio e possono essere realizzate in:
- piombo: da diversi anni non viene più utilizzato, ma potete ancora trovarlo in impianti di vecchi immobili 
- materiale plastico polietilene (PE): ad innesto con guarnizioni, i singoli pezzi vengono tagliati su misura e poi congiunti fra loro (gomiti, curve, ecc.)
- in Geberit PE ad alta densità con fibre minerali per la riduzione del rumore. E' un materiale plastico molto robusto, resistente agli acidi e con facilità di scorrimento interno dei liquidi per una miglior resa. I singoli pezzi vengono tagliati su misura e poi congiunti fra loro (gomiti, curve, ecc.) mediante termosaldatura.
- in diversi casi, per la rete fognaria del condominio, troverete ancora tubi in grès o in ghisa, sia orizzontali che verticali.
Attenzione!
Tutti gli apparecchi devono essere dotati di sifone, per motivi igienico-sanitari.
Per maggiori o diverse informazioni, attenersi alle normative del Regolamento per il Servizio della Fognatura di ogni singolo Comune.
Un consiglio 
Sempre meglio rivolgersi ad un tecnico o a ditte specializzate che vi consiglieranno su soluzioni e materiali in base alle soluzioni adottate

La scelta dei sanitari
Scopri lo charme del bagno

Lavandini, bidet, vasi e docce si realizzano comunemente in ceramica vetrificata, ma in commercio le alternative non mancano: acciaio inox, materiali acrilici, vetro float, pietre e tessere di mosaico si propongono per dare un nuovo aspetto ai nostri bagni. Vasta la scelta anche nei colori, generalmente segnalati sulle schede del prodotto (meglio però vederli dal vero). 
Rivolgendovi ai negozi e alle ditte specializzate sarà facile accedere a una gamma ricchissima di prodotti, ecco quindi qualche informazione per scegliere con senno.

Il lavabo

I modelli comunemente proposti sono i seguenti:

- sospeso: il lavabo viene fissato al muro mediante zanche o appositi tasselli, lasciando vuota la parte sottostante;

- a colonna: il lavabo poggia su una colonna in ceramica. Quest'ultima è ferma sul pavimento e maschera lo scarico;

- a semicolonna: il lavabo viene fissato al muro e lo scarico è nascosto da un appoggio a muro;

- a semincasso: il lavabo è appoggiato sul top di un mobile (o di un piano in muratura) e incassato parzialmente;

- a incasso: il lavabo è inserito in un apposito foro realizzato sul top del piano;

- sottopiano: il foro realizzato sul top è visibile e quindi deve essere rifinito in modo ottimale, poiché il lavabo viene poi posizionato sotto tale foro. Il piano avrà avere una profondità leggermente maggiore del lavabo.

- ad appoggio: il lavabo viene “appoggiato” al piano o al mobile sottostante; esistono in commercio soluzioni già pronte

Il vaso

Due sono le tipologie di vasi (o water) tra cui scegliere: 

- con scarico a pavimento: lo scarico (pezzo a v chiamato braga, che si inserisce sulla colonna verticale condominiale di scarico) è posto nel pavimento e fissato con due tasselli. In caso di sostituzione della braga, attenzione a non bucarla mentre rompete le piastrelle e il sottofondo in cui è annegata;

- fissato a parete, per lasciare “libero” lo spazio sottostante. Poiché anche lo scarico è a parete, è necessario controllare che lo spessore del muro sia sufficiente per contenere le tubazioni e sicuro per l'ancoraggio del sanitario.

I vasi possono avere in dotazione la cassetta dello scarico d’acqua, che, sempre in ceramica e dello stesso colore, viene appoggiata alle spalle del sanitario. L’alternativa allo scarico a vista è la cassetta inglobata e nascosta nella parete, comandata da pulsanti per lo sciacquo. 
Per il risparmio sui consumi dell'acqua esistono le cassette Dual Flush, 9/4 litri a seconda delle esigenze, oppure Start and Stop, che permettono l’interruzione del flusso di carico. 

Quando si ristruttura un bagno, cambiare la posizione del vaso può creare qualche problema. Per contenere il nuovo spessore del tubo di scarico e relativa pendenza (in modo che si inserisca nella colonna verticale condominiale generalmente già esistente) potrebbe essere necessaria la creazione di un gradino, una zona del bagno più alta atta ad accogliere e mascherare le nuove tubazioni.
Un’alternativa al gradino è il vaso “sanitrit”, che, grazie a un particolare sistema di triturazione, si avvale di un tubo di scarico di minor diametro, risolvendo così alcuni problemi tecnici.

Il bidet

Le due varianti descritte per i vasi sono valide anche per i bidet. Il tubo di scarico è di minor diametro rispetto a quello del water, per cui non dovrebbero sussistere problemi nel collocarlo. Ricordatevi piuttosto che la distanza tra vaso e bidet non dovrebbe mai essere inferiore ai 18 cm, in modo da consentire un comodo e corretto uso degli elementi. Minori distanze sono accettabili solo in caso di seri problemi tecnici; esistono in commercio soluzioni “combinate” (per esempio, Twin della serie Small+ della Ideal Standard), che riducono lo spazio necessario.

Le vasche

Tra i modelli in commercio si possono distinguere tre tipologie:

- vasche esterne; rifinite per essere “a vista”, possono essere poggiate su piedini oppure predisposte in un unico blocco per l'idromassaggio;

- vasche a incasso; per la maggior parte inserite in muretti rivestiti in ceramica (o altro materiale, come il legno). In alternativa, si utilizzano pannelli per la chiusura delle parti soggette a manutenzione (soprattutto nelle vasche idromassaggio). 

- vasche combinate; presentano una parte chiudibile in cristallo di sicurezza o materiale plastico più o meno trasparente. La vasca si utilizza così anche come doccia, spesso integrata a un sistema di idrogetti posizionato verticalmente (in un'apposita colonna) per l'idromassaggio

Ricordatevi che l’acqua pesa, pertanto prima di installare una vasca con dimensioni da minipiscina, valutate dove la posizionerete, il tipo di soletta (la parte strutturale sotto al pavimento) e il peso della vasca a pieno carico d’acqua (cui sia aggiunge il peso delle persone). Per l'installazione è sempre meglio rivolgersi a un tecnico o a ditte specializzate.

Le docce

La scelta per realizzare la doccia di casa è duplice:

- a pavimento: il pavimento stesso raccoglie l’acqua e una “piletta” sifonata la convoglia nelle apposite tubature. Ovviamente sotto il pavimento viene posta un'apposita impermeabilizzazione, in modo da ottenere un “catino” che contenga l’acqua e la faccia defluire solo attraverso lo scarico;

- con piatto doccia: generalmente in ceramica, ma anche in altri materiali, raccoglie l’acqua poi convogliata nelle predisposte tubazioni mediante scarico sifonato.

Tutte e due le soluzioni necessitano di chiusure, porte o box, per il contenimento degli schizzi. Sia le porte sia le cabine possono essere realizzate con cristallo di sicurezza (più costoso) oppure con materiale plastico, il tutto più o meno trasparente.

Esistono in commercio apposite colonne verticali idromassaggio, da inserire nelle docce per un maggior benessere. Potrete addirittura installare una cabina doccia con idromassaggio e bagno turco o cabine con lampade UVA abbronzanti o diffusori di essenze per creare una piccola Spa nel vostro bagno.

Piastrelle e rivestimenti
Materiali, formati e tipi di posa

Pavimenti e rivestimenti possono essere realizzati mediante l’impiego di prodotti ceramici, diversi tra loro a seconda della lavorazione e delle materie prime utilizzate. 
Eccone una breve descrizione e qualche indicazione sul loro impiego.

Materiali

Piastrelle monocottura 
A pasta rossa o bianca, realizzate mediante una sola cottura a cui sono sottoposti contemporaneamente supporto e smalto. Sono resistenti al calpestio e alle abrasioni di uso quotidiano; indicate per la realizzazione di pavimenti e rivestimenti.

Piastrelle bicottura
Realizzate mediante duplice cottura, una per il supporto e una per lo smalto. Consigliate soprattutto per il rivestimento delle pareti, come per esempio la maiolica.

Piastrelle in cotto
Composte da un impasto di argille naturali cotte; il colore dipende dalla quantità di ferro presente nella materia prima utilizzata. E’ una piastrella porosa, molto naturale, utilizzata per pavimentazioni anche di ville o rustici in campagna.

Piastrelle in grès porcellanato
Il materiale è compatto e omogeneo, ottenuto per pressatura e cottura ad alte temperature di miscele simili a quelle impiegate per la realizzazione dei sanitari. Sono presenti sul mercato in diverse varianti; possono essere utilizzate anche per esterno, meglio se ingelive, inassorbenti e antiscivolo.

Piastrelle in Klinker
A pasta compatta, ottenute mediante estrusione e cotte ad alte temperature per lungo tempo. Si tratta di un materiale molto resistente al gelo e all’abrasione, adatto anche per l’esterno sia come pavimento sia come rivestimento delle facciate degli edifici.

Consiglio
Prima di iniziare i lavori è buona regola avere le idee chiare su quella che sarà la nuova pavimentazione e il nuovo rivestimento, tenendo conto delle caratteristiche del vostro appartamento (normale, elegante, di rappresentanza), del luogo dove si trova (città, montagna, mare) e della destinazione d’uso (abitazione, ufficio, ecc.).

Forme e formati

In base al tipo di piastrella scelta, troverete in commercio diversi formati. I più diffusi sono il 20 x 20 e il 15 x 15 , ma ne esistono altri, come il 30 x 30, il 60 x 60 ... 
Ricordatevi anche delle cosiddette piastrelle “jolly”, utilizzate per rivestire gli angoli sporgenti: le piastrelle devono avere i due bordi relativi allo spessore “tagliati” a 45°, in modo che le due parti combacino perfettamente formando un angolo retto.

Per rivestire le pareti esistono diverse forme di piastrelle, che possono essere abbinate per ottenere differenti composizioni. Giocando con le geometrie, personalizzerete il risultato finale: si possono utilizzare fasce con decori e dimensioni variabili, matite, listelli o tozzetti per cornici, torelli ovvero listelli, con il profilo arrotondato, tessere a mosaico, ovvero piastrelle di dimensioni molto piccole, già montate su un supporto atto alla posa, che permette la piastrellatura anche su superfici arrotondate.

Posa

Di fondamentale importanza per il risultato finale, la posa può essere a correre (ovvero una piastrella dietro l’altra), in diagonale a 45° (con un maggior dispendio di materiale) oppure mista o con particolari disegni. In questi ultimi due casi, prima della posa fate eseguire un disegno esplicativo in scala 1:20 di ogni singola parete o pavimento. 

Soprattutto per i rivestimenti delle pareti, viene utilizzato del collante specifico, adatto al tipo di lavoro da eseguire. In commercio ne esistono di vario genere, da quelli utilizzati per lavori “normali” ( un bagno, una cucina) a quelli per lavori più problematici, come la posa di piastrelle di grande formato (in showroom o supermercati), come il rivestimento di pareti esterne (attaccate degli agenti atmosferici) o addirittura a immersione (vasche).

Per quanto riguarda i pavimenti, anche in caso di sottofondi irregolari, può essere utilizzata la posa con malta cementizia (miscela di cemento o
calce con acqua e sabbia), che necessita di maggior spessore, e, una volta consolidata, rende più “pesante” la pavimentazione. La sua realizzazione necessita di tempi più lunghi rispetto alla precedente.

Consiglio
La durata di un rivestimento dipende dal supporto, dai materiali utilizzati, ma anche dalla posa: è dunque sempre meglio rivolgersi a personale specializzato. Ricordatevi anche, quando ordinate le piastrelle, di aumentare del 10-15% la metratura in modo da creare una piccola “scorta “, per ogni futura evenienza.

Fughe

La distanza tra piastrella e piastrella varia in base al tipo di ceramica scelta: la monocottura, avendo bordi regolari, permette fughe strette (di qualche millimetro), mentre per una piastrella in cotto, con bordi irregolari, la fuga può arrivare anche ai 2 cm, modificando l’aspetto finale del pavimento.

Gli spazi delle fughe dovranno poi essere stuccati, utilizzando specifici materiali (anche colorati, e, se necessario, resistenti ad acidi e solventi) in modo da ottenere l’aspetto cromatico desiderato. Le fughe vanno realizzate con cura, in quanto permettono la dilatazione del materiale in caso di movimenti della struttura e di escursioni termiche, evitando possibili danni.

A garanzia della qualità della produzione delle piastrelle si deve fare riferimento alle varie Norme UNI, EN e ISO ovvero nazionali, europee ed internazionali. Inoltre, è buona norma controllare il “calibro” delle piastrelle ovvero l’uniformità dimensionale dei vari pezzi e il “tono” del colore (uniformità cromatica) per evitare possibili problematiche riguardanti la piastrellatura di un'unica superficie

In più

Altre caratteristiche delle piastrelle che potete trovare sui cataloghi prima dell’acquisto riguardano:
- durezza della superficie - test Mhos - scala da 1 (scarso) a 10 (diamante)
- resistenza all’abrasione - marchio PEI - scala da 0 (scarso) a 5 (più resistente)
- resistenza ai carichi - scala da 20 ( meno) a 50 (più resistente) 
- resistenza all’attacco chimico - Sigle D (scarsa) - C - B - A -AA (più resistente)

Ulteriori valori e simboli possono indicare: resistenza al gelo, assorbimento di acqua, resistenza alle macchie e facilità di manutenzione. 

La fornitura di 1° scelta garantisce la qualità delle piastrelle, mentre nelle 2° e 3° scelte si possono presentare anche difetti evidenti, e alla inferiore qualità deve corrispondere un prezzo inferiore.

Alternative alle ceramiche

Esistono in commercio altri materiali adatti per i rivestimenti. Il vetro è molto utilizzato anche per le tessere a mosaico, che creano un effetto particolare grazie alla loro luce e brillantezza. 
Le pietre naturali sono particolarmente indicate per gli esterni e permettono di creare piacevoli disegni che impreziosiscono il rivestimento. Gradevole il risultato estetico ottenuto mediante le pietre “riprodotte”, nelle quali la graniglia della pietra originale viene miscelata con altre sostanze, ricreando così l’aspetto del materiale naturale.

 

Di seguito elenchiamo alcuni dei principali vantaggi e caratteristiche della resina.
Aspetto monolitico
La mancanza di giunti, fughe e commenti conferisce alle pavimentazioni in resina, tranne quelle a film, l’aspetto monolitico caratterizzato da fascino ed eleganza e dando l’illusione di un ambiente più grande.
Colore
Vista la realizzazione artigianale Emozioni Pavimenti in Resina è in grado di formulare e realizzare qualsiasi tipo di colore la Committenza richieda.
Basso spessore
La possibilità di realizzare pavimenti con spessori contenuti a partire da 0,1 mm (a seconda della tipologia del supporto e dell’effetto desiderato) permette di intervenire in quegli ambienti dove le altezze utili non devono essere ridotte e dove sia impossibile o difficoltoso modificare le altezze delle soglie. 
Sovrapposizione
Ad esclusione del parquet la resina può essere applicata su tutti i tipi di pavimenti esistenti con spessori che possono variare a seconda del tipo di supporto e di effetto desiderato da 0,1 mm fino a 10 mm.
La sovrapposizione è fondamentale in tutti quegli ambienti in cui per svariati motivi non possa essere fatto eccessivo rumore e sporco, andando ad eliminare totalmente la fase di demolizione e rimozione della vecchia pavimentazione.
Atossicità, pulizia ed igiene
Dopo la lavorazione la resina è completamente atossica. Data la mancanza di giunti, fughe o commenti i pavimenti risultano estremamente facili da pulire e quindi garantiscono un elevato standard igienico. La pulizia non richiede particolari accortezze, tuttavia consigliamo l’utilizzo dell’apposito pulitore Resincleanappositamente formulato per evitare possibili danni alle superfici. Non sono adatti né detergenti estremamente aggressivi e/o abrasivi né a base solvente.
Riparazione e manutenzione
Attraverso uno staff altamente specializzato, Emozioni Pavimenti in Resina, può riparare eventuali danni causati da un utilizzo improprio. Nel caso che i pavimenti o i rivestimenti in resina perdano la lucentezza iniziale, potranno essere ravvivati con interventi veloci ed economici.
Pavimenti riscaldati
Le resine impiegate per la realizzazione dei pavimenti hanno la necessaria elastcità ed un’ottima trasmittanza termica che le rendono idonee alla posa su pavimento riscaldato.
Resistenze meccaniche
La resistenza all’usura, al graffio, ed all’urto varia a seconda del tipo di pavimento richiesto. Indicativamente può essere paragonato ad un pavimento in parquet di ottima resistenza.
Resistenze chimiche
Su specifica richiesta del cliente possono essere applicate delle finiture altamente resistenti alle aggressioni chimiche che varieranno di volta in volta a seconda della sostanza con le quali dovranno venire a contatto.
Resistenza al fuoco
La maggior parte delle resine è in classe 1
Idro/oleorepellenza
Vista la struttura molecolare estremamente chiusa, le pavimentazioni in  resina possono essere considerate idrorepellenti ed oleorepellenti purchè in buono stato di conservazione. Restano escluse quelle traspiranti che, al contrario, hanno una struttura molecolare aperta per permettere il passaggio del vapore acqueo.
Antiscivolo 
Nonostante le resine siano lisce godono di un ottimo grip, che, su specifica richiesta del cliente può essere accentuato creando vere e proprie superfici antisdrucciolo.
Resistenza all’umidità
Negli ambienti umidi tutte le resine possono essere applicate purchè il massetto non sia soggetto a fenomeni di umidità di risalita.
Nell’eventualità che si presenti questo tipo di problema, grazie alla costante ricerca di prodotti innovativi sul mercato, Emozioni Pavimenti in Resina è in grado di fornire speciali cicli a base di resine traspiranti applicabili anche su massetti soggetti ad umidità di risalita.
Adattabilità
Grazie a questa caratteristica del prodotto si possono creare magnifici rivestimenti in resina sia di pareti che di oggetti di vario tipo.